venerdì 25 ottobre 2013

Alla fine dei conti.

L'ultima volta che ti ho visto hai messo il tuo viso nell'incavo fra il mio collo e la spalla, il naso importante ben piantato nella mia pelle ancora abbronzata.
Eri perduto e turbato, eppure dicevi "sei la sola persona con cui sono sereno." E io ci credevo, sciocca come una fragola precoce. Eri triste e dolce. Ero triste e dolce.
Eravamo quasi felici.
"Quando vai via mi sembra che vada via un pezzo di me, e poi mi viene da piangere."
Lo hai scritto tu, te lo ricordi?




Ora?
E' passato un mese. Sei distante anni luce.

Continuo a chiedermi cosa fai e dove sei...
Come stai?
Mi convinco che mi hai presa per il culo e che hai sempre saputo cosa volevi. Vuoi una persona che non sono io. Hai vissuto 4 anni con lei, hai pianto, hai gridato, hai lanciato oggetti, hai deciso che non ne potevi più. Ora hai dimenticato come era. Come eri. Come eri diventato. E sei tornato indietro.
Avevi tutte le carte in mano.

E mi chiedo cosa sto facendo ancora qui, con il cuore in mano e le lacrime in tasca.

DATEMI DEL METADONE.



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