giovedì 9 gennaio 2014

Barbablù

Poi, ad un certo punto, mi sono chiesta cosa stessi facendo.
Un uomo più giovane, un presuntuoso saccente con gli occhi neri neri e la barba senza un verso.
Un uomo che ti fa incazzare per quanto è sicuro di sè, nonostante la pancia e il portafogli deserto.
L'uomo che ti tiene per mano al cinema, ti bacia davati ai suoi amici e poi non ti cerca per giorni.
Ma tu non eri quella che non vuole aver bisogno di nessuno?
E poi, in effetti, io non ho bisogno di lui.
Però ti coccola quell'emozione fugace, con la faccia schiacciata contro il muro bianco e le sue mani fra le tue gambe.
E poi sai le sue falle, le sue insicurezze.
Tu sei grande.
Io sono grande.
E mi sento confusa e felice, diffusa e meretrice.
Accostamenti inconueti.
Non ho molta premura per me stessa oggi.
Comunque poco mi fido, caro Barbablù con gli occhi neri.
E mi sa che faccio proprio bene.



"Stiamo ancora capendo chi siamo l'uno per l'altro.
Tu sei la mia "Ugo"?
Io sono il tuo "Ugo"?
Non lo sappiamo nè io nè tu."

2 commenti:

giardigno65 ha detto...

Ugo Barbablu' però suona bene

Baol ha detto...

Alla fine, il non sapere è la cosa migliore, la migliore di tutte.