lunedì 3 giugno 2013

E poi c'è un giorno, una domenica credo, in cui la tua collega e migliore amica ti dice che fra due giorni va via. Assunta improvvisamente non solo in un altro luogo di lavoro, ma proprio in un'altra città. Anzi, altra regione. E fra la puglia e l'emilia romagna ce ne sono parecchie di altre regioni immezzo.
Poi vai a vedere la 25esima casa del mese (perchè nel frattempo la fata cerca casa...) e, alla soglia dei trentanni, ti viene chiesto che tuo padre faccia da garante. Perchè non basta il tuo contratto a tempo indeterminato, la busta paga, la faccia da brava bambina e la parlantina da catilinarie.
Avvilita e stanca rientri a casa, la lacrima facile e la voglia di gridare.
Ti si para contro l'enorme (e per enorme intendo ENORME) ombra della padrona di casa (che se non si sapesse vive a sorpresa e senza preavviso con me da due mesi...) che comincia un elenco senza senso di tue mancanze, dalla finestra aperta alle 3 euro che le devi ancora dare per non so quale lampadina di non so quale stanza.
E poi, in cucina, trovi, per un minuscolo pennellino stralavato lasciato in cucina un biglietto che dice:
IL PORTASTOVIGLIE NON è UN PORTAPENNELLI.
Che cosa fai?

1 commento:

Baol ha detto...

Io, intanto, ti ricordo che, nonostante tutte le attenuanti che avresti, l'omicidio non è ancora depenalizzato...