sabato 3 aprile 2010

Dolore

Ed i passeri cinguettano
sulla tua lapide fredda
ancora nuda
e sulle nostre teste incredule.
Il freddo marmo non parla,
non ride, non imita
ogni nostro sciocco gesto,
il freddo marmo non ci irride
con mani esili e gesti irripetibili.
Non c'è fiore che tenga
o sole che plachi questa
solitudine famelica
che ci divora le mani
e gli occhi.
Ed il dovere di vita
ci sfiora soltanto oggi,
qui,
davanti a questa scatola
infame
che serra il tuo corpo esangue,
sulla terra che può avvolgerti calda
e materna.
Qui, oggi,
si sente solo l'eco
delle nostre risate perdute
e un vuoto.
Un eterno, nero vuoto.




Michele


31/3/1989 - 20/3/2010

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