giovedì 12 novembre 2009

ogni tanto, allo specchio

Ogni tanto, datti pace.
Sembra che tu stia lì a farti del male volontariamente.
Ma l'adolescenza è finita da un pezzo, e l'autolesionismo lo curano con gli psicofarmaci dopo i 20 anni.

Ogni tanto, respira.
Smettila di trattenerti dentro il mondo come se fosse meglio così per il mondo stesso.
Credimi, sei un essere umano come tutti gli altri.
Comune, banale a volte.
Quindi non avere la pretesa di conoscere tutto, di poter salvare chi ti sta vicino.
Non puoi farlo, nemmeno da te stesso.

Ogni tanto, prenditi in giro.
Serve, sai?
Continui a guardarti come se fossi un dio dell'ascesi, e non capisci di essere solo un'altra povera anima in pena.
Aspetti la manna dal cielo ma non sei nel deserto e soprattutto non sei il popolo eletto di nessun dio.
Sei uno come tanti.
Come troppi.

Ogni tanto, guardati allo specchio.
Forse ti aiuterebbe a ridimensionare l'ego, a vederti per ciò che sei: a volte piccolo e meschino, altre liscio e docile come un angellino. Spesso crudele come ogni uomo, o spaurito come una donna senza dote.
Se tu sapessi vedere la faccia che hai quando ti senti migliore degli altri.
Ah!

Ogni tanto, rilassati.
Se pieghi le braccia il cielo resta su. Non sei una colonna di Ercole.
E ogni tanto, forse, prenditi le colpe e le responsabilità che davvero sono tue.
Perchè quello che fai ha conseguenze, e non sull'universo, ma su chi hai attorno.

Ogni tanto, scendi dal piedistallo.
Non sei meglio di nessuno. Non hai più cervello, o più fascino, o più colori.
Sei miseramente come tutti noi, carne al macello che cerca di emergere e star al passo con se stessa. Sei miseramente uno come noi.
Non serve sbattere le ciglia e credere di farla franca. Prima o poi tutti si accorgono della nostra piccolezza. E se la celi, come sai fare tanto bene, resterai sempre una delusione per chi ti incontra.



Ogni tanto, datti pace.

e fai un favore al mondo.

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