sabato 12 aprile 2008

...e lo sai bene tu, che fingi di no.

suono di voce distante. distante.
afferrata ad un suono come fosse
già notte, già strada.
ma la strada s'annoda, s'inceppa,
come il tratto di vita che dividi
con me. con me.
questione di spazio,
questione di dita, fegato e sangue.
mi appallottolo distratta,
ciglia lunghe e parole secche,
zittazitta che sembro una lama,
fra la sua quarta e quinta costola.
e quando respiro mi sente, si che
mi sente. è solo distratto il ragazzo.
poi si scompiglia i capelli,
sospira profondo e liscia la lama.
la lama. sono io.
e non riconosco più il mio odore
dal suo. il suo mai sentito.
siamo due folli.
compagni di sbronze.
che poi vai a capire, tu.

2 commenti:

effediemme ha detto...

Non credo esistano delle regole,comunque io non le conosco,ma c'è da dire che anche se le conoscessi,probabilmente,non le rispetterei...saluti da un'universo parallelo.

Andrea Di Nisio ha detto...

una lama bicolore,
una sintesi senza dolore,
le tonalità dall'alto
l'imposerò gli dei,
nella loro capricciosa benevolenza
e l'uomo ne fece follia
lanciando anatemi contro il suo essere
per kiamare dolore una carezza tagliente
gioia un arcobaleno distante,
le parole si perserò dietro la loro forma,
e si dimenticò ke il primo respiro fu solo un capriccio del primo uomo,
e la strada divenne contorta e l'essere si perse
e iniziò un nuovo giorno...

(tratto dall'alba dei morti bambini ma se la parola bambini non esistesse e se la parola giorno non esistesse rimarrebbero solo delle urla spensierate ed una luce solare ad illuminare i loro passi)

PS. Provai a rispondere in rima madonna morgana per capire il suo capriccio o volontà suprema e costruirne anche un mio.

(grazie per l'attenzione, disitnti saluti!)